LE CAUSE DELLE MIODESOPSIE
Quando si cerca di individuare le cause delle miodesopsie bisogna aver ben presente che esistono alcune diverse situazioni che possono portare alla comparsa dei corpi mobili vitreali, alcune 'benigne', ovvero dovute a degenerazione piu' o meno precoce dell'umor vitreo, altre che invece sono i sintomi di problemi oculari ben piu' gravi, quali il distacco di retina: in questo caso e' di fondamentale importanza effettuare rapidamente una visita oculistica approfondita in quanto il distacco di retina e' trattabile a seconda della gravita' della situazione che si presenta e della rapidita' con cui si interviene.
In questo paragrafo, invece, prenderemo in considerazione le miodesopsie come malattia 'per se', ovvero, escludendole come effetto secondario di problemi oculari ben piu' gravi: e' ovvio che solo una visita approfondita di un oftalmologo puo' scongiurare la presenza di un distacco di retina in atto e quindi queste note che andiamo a scrivere devono assolutamente essere considerate come secondarie ad una visita che escluda tale condizione.
Diciamo subito che l'oculistica non prende in considerazione i corpi mobili vitreali come una malattia, ma li considera, come gia' detto, secondari ad altre malattie oculari, oppure, come 'benigne' manifestazioni di effetti dovuti all'invecchiamento del corpo vitreo o alla presenza di miopia. Studi piu' approfonditi non sono stati fatti, anche perche' e' ancora lontana la presa di coscienza della classe medica di quanto possa essere debilitante questo 'disturbo'. Per questa trattazione sommaria, quindi, prenderemo in esame i pochi dati certi, che spesso derivano dalle visite personali che abbiamo fatto, e dalle esperienze che abbiamo scambiato con altri malati sulla Rete.
La principale causa delle forme 'benigne' di opacita' vitreali e' sicuramente da ricondursi all'invecchiamento: una degenerazione delle molecole di acido ialuronico che sostengono le fibrille di collagene dello stato gelatinoso del vitreo e' legata all'eta' ed e' dimostrato che durante la vita il vitreo va incontro ad una liquefazione progressiva che puo' portare le fibrille di collagene a coalescere in fibre vere e proprie, che costituiscono le opacita' vitreali a noi tristemente note.
Come gia' descritto altrove in questo sito, questa degenerazione consiste nello scioglimento non uniforme della struttura gelatinosa del vitreo stesso e nella formazione di zone liquide all'interno della struttura che rimane ancora solida. In queste zone di degenerazione le fibrille di collagene, non piu' sostenute dalle molecole di acido ialuronico, tendono a riunirsi assieme e a formare delle fibre di collagene visibili. In se', e' un fenomeno di degenerazione simile alla cataratta, anche se quest'ultimo riguarda il cristallino e consiste in una progressiva opacizzazione dello stesso.
Come gia' accennato, la medicina ufficiale considera che una miopia piuttosto elevata (al di sopra delle 5 diottrie circa) puo' causare l'accelerazione dei processi di degenerazione vitreale, anche in giovane eta', ovvero tra i venti e i trent'anni: questo fenomeno sarebbe dovuto all'anormale sviluppo del bulbo oculare che nel miope, a differenza dell'emmetrope (ovvero della persona con occhio normale), risulta allungato e non perfettamente sferico. Questa forma tende a produrre una maggior tensione meccanica sulla struttura molecolare dell'umor vitreo che quindi tende a degenerare piu' rapidamente.
Sembra ovvio, a questo punto, rammentare che nessun intervento di chirurgia rifrattiva (PRK, LASIK, LASEK) puo' migliorare la condizione, in quanto nessuno di questi, modellando la capacita' rifrattiva della cornea, interviene in alcun modo sulla forma del bulbo oculare.
La medicina ufficiale, inoltre, parla di possibili cause dovute a traumi violenti alla testa, all'uso di colliri particolari (a base di cortisonici) per lunghi periodi di tempo, alla disidratazione dovuta ai mesi estivi o a regimi alimentari sbagliati (quali diete drastiche o digiuno), oppure alla presenza di una pressione intraoculare elevata, ai limiti della media statistica (ovvero attorno ai 21mmHg), ma di questi casi non esistono studi statistici approfonditi e certi: queste considerazioni nascono piu' dall'esperienza diretta dei medici che, sempre piu' spesso, hanno a che fare con pazienti giovani affetti da miodesopsie debilitanti.
Citiamo, infine, tra le possibili cause, quella riconducibile alla chirurgia laser rifrattiva LASIK: essa utilizza un particolare strumento, il microcheratomo, per effettuare un 'flap corneale' sulla cornea del paziente sottoposto alla rimodellazione laser della stessa. Sembra infatti che tale strumento comporti uno stress meccanico eccessivo per il vitreo che puo' portare in breve tempo alla comparsa dei corpi mobili.
Accanto a queste cause, riconosciute piu' o meno dagli studi ufficiali e da studi preliminari, ovviamente, ne vanno elencate anche molte altre, spesso incorrelate tra loro, ma la cui presenza non puo' che essere sospetta, dopo aver escluso le precedenti. Ovviamente, mancando studi approfonditi e rilievi statistici, questo impedisce di dare peso scientifico a quanto andremo ad elencare. E' palese, pero', che molti dei casi osservati non sono spiegabili con riferimento alle cause note alla scienza ufficiale e quindi non puo' che essere ovvio che le stesse vanno ben al di la' di quelle note alla medicina.
In questo senso, riportiamo, esclusivamente con beneficio di inventario, alcune delle piu' comuni cause che spesso i pazienti descrivono, quando appaiono per la prima volta, quasi improvvisamente, le miodesopsie: essi parlano spesso di periodi di forte stress, di alterazione dei ritmi sonno-veglia, di aver ecceduto nell'uso di caffe' o eccitanti e/o di bevande alcoliche; descrivono anche forti emozioni negative o prolungate esposizioni a fonti di luce intense, non protetti da lenti filtranti.
Anche l'uso intensivo del videoterminale potrebbe essere riconducibile ad una causa comune a molti malati: visto anche il progressivo aumento di professioni che sempre piu' spesso hanno a che fare con il computer, sembrerebbe ovvio che una prolungata esposizione alla luminosita' intensa del monitor, o all'effetto del 'refresh' (ridisegno del quadro) dello stesso, potrebbero, aumentando lo stress al quale sono sottoposti gli occhi, facilitare la degenerazione del vitreo, ma anche in questo caso, ribadiamo, non esistono studi scientifici certi e molti oculisti interpellati in merito hanno escluso perentoriamente questa possibile causa.
Sembra invece che non si debba ricondurre il nostro problema in alcun modo ad un'alimentazione scorretta, se non in relazione alla disidratazione di cui abbiamo parlato sopra. Molti medici interpellati infatti hanno totalmente escluso che il problema delle miodesopsie sia direttamente da mettere in relazione ad una alimentazione scorretta, scostante e povera di antiossidanti.
Si cita poi, per dovere di completezza, un'altra causa estremamente poco frequente, per fortuna, in cui la comparsa dei corpi mobili vitreali e' secondaria alla presenza di una malattia classificata come 'rara' dalla medicina, ovvero l'"amiloidosi": questa malattia, quasi sempre di prognosi infausta, comporta la formazione anomala di una proteina, l'amiloide, che, in varie forme, si deposita in alcuni organi del corpo umano, compreso il vitreo, fino ad impedirne il funzionamento, qualora tale organo sia vitale, come il cuore o i reni. Onde fugare inutili allarmismi, ribadiamo l'estrema rarita' di questa malattia e il fatto che spesso tale affezione risulti confinata, in quanto prettamente ereditaria, a particolari zone geografiche, che non interessano l'Italia.
Resta, a questo punto, da inquadrare una questione: l'aumento quasi epidemico di malati di miodesopsie anche in eta' giovane e' in qualche modo correlato ad una possibile modificazione delle abitudini di vita o del patrimonio genetico delle nostre generazioni?
Ma la cosa potrebbe anche essere letta in modo diametralmente opposto: visto che il problema delle miodesopsie e' vecchio quanto l'uomo, non e' che solo oggi che esiste uno strumento di comunicazione di massa come Internet, i malati possono riconoscersi nelle esperienze degli altri e mettere in comune la propria personale vicenda? A questo dovrebbe rispondere, ovviamente, la medicina, con studi statistici e clinici approfonditi, che sono, a quanto sappiamo, ben al di la' da venire.
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