Lettera al Ministero della Salute
Giugno 2009
Nel mese di giugno c.a. un nostro socio “vvalia”, alias Vincenzo Valiante ,della provincia di Napoli, nell’ambito della campagna di sensibilizzazione alle istituzioni, aveva inviato una mail all’Ufficio Relazioni con il pubblico del Ministero della Salute, descrivendo il proprio malessere legato ad una patologia oculare diffusissima in giovani e meno giovani, caratterizzata dalla presenza di “macchie negli occhi che ti gironzolano tutti gli attimi della tua vita…”, e chiedendo informazioni sullo stato attuale degli studi e trattamenti non invasivi relativi alle miodesopsie.
La richiesta del Sig. Vincenzo è stata sollecitamente inoltrata dall’ufficio dell’ URP del Ministero alla segreteria del Dipartimento Governativo della Ricerca Sanitaria e della Vigilanza sugli Enti, ottenendo con altrettanto solerzia due comunicazioni che informavano l’avvenuto invio rispettivamente
A) alla segreteria dell’On. Maurizio Sacconi, Ministro del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali nelle quali si legge che si sarebbe valutata la situazione per eventuali possibili interventi e tenuto conto del rilevante impatto sociale di detta patologia nella programmazione sanitaria in un prossimo futuro
RISPOSTA DAL MINISTERO 2/6/2009 Egregio Signore,
Cordiali saluti 5/6/2009 Ogg: miodesopsie
Le comunico che abbiamo interessato del suo problema la Fondazione “G.B. Bietti” di Roma ( IRCCS specializzato in oftalmologia), che avrà cura di contattarla al più presto per informarla sullo stato attuale dell’attività di ricerca relativamente alle miodesopsie. In un prossimo futuro si terrà conto nella programmazione delle ricerche del rilevante impatto sociale di dette patologie. |
B) Alla segreteria della Fondazione G.B.Bietti di Roma, un IRCCS cioè un Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico in oftalmologia per le informazioni in merito ai quesiti posti sulla patologia e allo stato attuale delle ricerche relative alle miodesopsie.
Qualche cenno sulla Fondazione Bietti La Fondazione G.B.Bietti per lo Studio e la Ricerca in Oftalmologia è un Ente fondato nel 1984, intitolato all’insigne oculista Prof. G.B.Bietti, studioso e clinico di fama mondiale, scomparso nel 1977. Da oltre 16 anni, la maggior parte dell'attività clinico-chirurgica ha interessato la chirurgia e la diagnostica vitreo-retinica, del glaucoma, della cataratta e di quella corneale. L’ attivita’ di ricerca scientifica della fondazione, si avvale della collaborazione di Istituti ed Università italiani ed internazionali, abbracciando tutto il campo di interesse oftalmologico; sono in corso ricerche sulle patologie regmatogene vitreo-retiniche, sulle retinopatie degenerative;studi sui fattori di crescita e sulla neuro protezione delle strutture retiniche;sui meccanismi alla base della perdita delle cellule ganglionari retiniche e delle fibre nervose nel glaucoma e sui meccanismi riparativi corneali. |
Commento alla lettera della Fondazione Bietti
Riportiamo a seguire un breve commento alla lettera di risposta e per esteso la corrispondenza trasmessa dal nostro socio, che ha saputo coinvolgere le istituzioni e gli enti scientifici preposti a nome di tutta l’associazione, ringraziamo il sig Vincenzo, per il lavoro svolto, e quanti del Ministero e della Fondazione, accogliendo le nostre richieste,si sono attivati e mostrati sensibili alle nostre problematiche.
Ringraziamo sentitamente il dr Scarinci, ricercatore del rinomato Istituto, per la pronta risposta che ci ha fatto pervenire, e data la complessità dell’argomento, abbiamo apprezzato, che pur nella sintetica esposizione, non abbia tralasciato i tanti vari aspetti del problema il dr Scarinci , conformemente a quanto pubblicato in letteratura, ha brevemente illustrato la formazione dei corpi mobili ,responsabili del fastidio visivo, causati dalla colliquazione del gel vitreale instaurantesi nel tempo l’acutezza visiva permane preservata nella maggioranza dei casi, mentre una certa difficoltà alla lettura e allla visione in particolari condizione di luce sono i sintomi frequentemente riscontrati in un deterioramento vitreale importante; sintomi comunque da non sottovalutare,per le caratteristiche in comune con le patologie da trazione vitreo retiniche.
Non deve stupire quanto segnalato a proposito dei trattamenti per i corpi mobili, poiché, le terapie proposte possono essere applicate, ancora, ad un ristretto numero di pazienti, con benefici molto limitati e rischi eccessivi specie per la terapia con laser,ma anche, per la più recente FOV; la medicina basata sull’evidenza clinica, per l’esiguità dei lavori e delle casistiche, non può che evidenziare questa discrepanza e sconsigliarne la pratica, donde la dovuta citazione.
Per quanto riguarda lo stato delle ricerche in corso, il dr Scarinci, ha menzionato una ricerca, avviata dalla Fondazione, sulla degenerazione maculare,una delle cause di cecità della terza età, dovuta alla proteina amiloide, accumulata nell’occhio nelle caratteristiche drusen,o placche di fibrille, nell’articolato studio verrà correlato il ruolo delle sostanze riscontrate nelle placche,sangue e vitreo dei soggetti sani e non; e un’altra ricerca riguardante le sostanze capaci di indurre una vitreolisi enzimatica come trattamento adiuvante la vitrectomia chirurgica giunta in avanzata fase di sperimentazione come nel caso della microplasmina.
Quindi, il ricercatore si accomiata concludendo che anche se lo studio attuale non è direttamente centrato sul vitreo,questo è sempre stato ritenuto importante in molte patologie oculari come lo dimostrano gli studi del suo Maestro e attuale Direttore sulle vitrectomie.
Nonostante la priorità della ricerca verso le più importanti patologie retiniche, quindi , si sta incominciando a intravedere come, anche in questi complessi approcci, la considerazione degli studiosi per il vitreo stia cambiando, man mano che aumentano le conoscenze sui meccanismi fisiopatologici dei due tessuti oculari; lo si può evincere, ad una più attenta rilettura, anche quando il ricercatore cita il coinvolgimento del vitreo nello studio sulla proteina amiloide di derivazione extracellulare,anche se è comprensibile che negli indirizzi attuali di ricerca della fondazione ancora il vitreo non è compreso come oggetto diretto di indagini …..ma non è stata gettata l’ancora pertanto noi dell’associazione crediamo fortemente in un augurante crescente ruolo di una comunità di pazienti consapevole, unita e impegnata nel lungo cammino per stimolare e sostenere la ricerca scientifica alla risoluzione dei complessi meccanismi che stanno alla base della nostra patologia e non solo.
RISPOSTA DALLA FONDAZIONE BIETTI Gentile Sig.re Valiante , di seguito alla presente Le invio la risposta del Dr Scarinci, ricercatore dell'IRCCS- Fondazione.B.Bietti-Onlus, ai Suoi quesiti relativi alle Miodesopsie.Con la speranza di esserle stati utili , Le porgiamo i nostri migliorisaluti e rimaniamo a Sua disposizione per qualsiasi ulteriore informazione. Maria Pia Grange Segreteria Fondazione Bietti Caro Sig.re Valiante , è ben noto oramai come, con il passare degli anni il gel vitreale all'interno dell'occhio tenda a colliquare. Le fibre collagene all' interno formano filamenti di diversa lunghezza e forma facendo perdere al vitreo le caratteristichedi trasparenza fondamentali per una visione ottimale. La fluttuazione di queste fibre al suo interno è responsabile del fastidioso sintomo da lei riferito come corpi mobili, conosciuto anche come miodesopsie. Non è opinabile il fatto che quando questa degenerazione avvenga proprio lungo l’asse ottico, il sintomo sia causa di un deterioramento importante della qualità della visione. Sebbene, infatti, l’acutezza visiva non sia nella maggior parte dei casi colpita, è pur vero che la lettura da vicino e la visione in condizione di forte luminanza risultino in parte compromesse. Gli oculisti non dovrebbero mai sottovalutare tale sintomo perchè così facendosi può incorrere nell’errore di misconoscere patologie oculari come trazioni vitreo retiniche spesso alla base di una rottura di retina o ancora del distacco della retina stessa. Sono state proposti alcuni trattamenti per i corpi mobili vitreali, da un lato la vitrectomia dall’altro il trattamento di questi con terapia yag laser. Entrambi, però, ad oggi non sono supportati da un valido contributo scientifico e sembrano presentare seri effetti collaterali successivi al trattamento. È per questo che una medicina basata sulla eavidenza clinica e un codice deontologico, il quale impone come dictatum primum non nocere, abbiano scorraggiato la maggior parte degli oculisti nelpercorrere queste strade. La fondazione Bietti all’inizio di questo anno ha avviato con gli Stati Uniti una ricerca sul vitreo e la proteina amiloide per lo studio della degenerazione maculare. Sebbene il primum movens sia lontano dalla Sua richiesta, quanto mai puntuale e giusta, sicuramente però questo Le farà comprendere quanta attenzione sia riposta al vitreo nel nostro studio, che riteniamo quanto mai importante in molte patologie oculari. A corroborare questosono i diversi lavori scientifici già pubblicati dal nostro Maestro e Direttore, Professor M. Stirpe che ne fanno uno dei capostipiti della vitrectomia nel nostro paese. Cosa consigliarLe allora alla luce di queste considerazioni? Per poter quanto meno ritardare la degenerazione del corpo vitreo, è consigliabile bere molta acqua per mantenere bene idratato l'organismo, evitare di esporsi alle radiazioni solari (soprattutto raggi UVA e UVB) senza la protezione di appositi occhiali filtranti e fare attenzione alle attività sportive che possano provocare eventuali traumi cranici. Dal punto di vistadell'alimentazione, pur non essendoci studi che dimostrino una relazione diretta con l'insorgere di miodesopsie, si suggerisce di introdurre nella propria alimentazione buone quantità di cibi che contengano antiossidanti (frutta e verdura) per contrastare i radicali liberi, sostanze che accelerano i processi di invecchiamento. Al vaglio della ricerca, inoltre, è lo studio di nuove sostanze che iniettate all'interno dell'occhio siano in
grado di operare una vitreolisi, ovvero sciogliere alcune componenti del vitreo (membrane, aggregati ecc) senza al contempo danneggiare le strutture retiniche. Non è possibile ad oggi fornirLe risultati di questi Trail clinici ancora in corso, speriamo, però di averLe dato con queste ultime righe l'dea che dalle nostre parti non abbiamo ancora gettato l'ancora. |