Il dr A.Galan direttore U.O di Oculistica dell’OspedaleSant’Antonio di Padova organizzatore del Corsodi Aggiornamento in Oftalmologia su Miodesopsie |
MIODESOPSIE
Presso la Sala Convegni dell’Ospedale Sant’Antonio di Padova, venerdì 29 maggio 2009, si è svolto il Corso di Aggiornamento in Oftalmologia , sul tema “le miodesopsie” , organizzato dal dottor Alessandro Galan, in occasione dell’attivazione dell’ambulatorio dedicato allo studio di questa affezione, ambulatorio che andrà a potenziare la struttura specialistica da lui diretta.
Il convegno scientifico, nato da una iniziativa congiunta con la nostra associazione CieloAzzurro Onlus, ha visto la partecipazione di circa una sessantina di specialisti del settore e la presenza dei primari ospedalieri della provincia veneta di Treviso, San Donà di Piave, Legnago, Rovereto, Bassano del Grappa e Desenzano.
Dopo aver espletato le presentazioni di rito, il dott. Galan ha dato l’avvio ai lavori congressuali; nella prima parte sono state affrontate le tematiche e le considerazioni relative al vissuto dei pazienti; nella parte centrale della sessione l’aggiornamento delle conoscenze mediche e nella parte riservata alla tavola rotonda si è svolto un interessante e vivace dibattito che ha segnato la conclusione del convegno.
Il dr L. Corain dell’Istituto di Biostatistica, nel suo intervento iniziale, ha presentato i risultati dello studio epidemiologico pilota evidenziando i dati più salienti come la distribuzione nelle fasce d’età giovanili, la media delle consultazioni specialistiche, l’inefficacia delle terapie attuali nella maggioranza dei casi, la presenza di difficoltà medio gravi nello svolgimento delle mansioni quotidiane nel 40% del campione e la tendenza peggiorativa delle miodesopsie in associazione con varie condizioni specie quelle allergizzanti.
Il Presidente dell’associazione CieloAzzurro onlus, Davide Bucchieri, ha ricordato le tappe che hanno portato alla realizzazione di questo importante osservatorio clinico e quanto questo rappresenti una prima, sensibile e concreta risposta alla pressante richiesta di una nuova e necessaria attenzione al problema; quindi ha rivolto un invito a medici e ricercatori del centro per promuovere una ricerca dedicata a queste trascurate patologie vitreali che interessano in particolare un numero assai sottostimato di persone affette da opacità invalidanti di cui l’associazione ne è idealmente la portavoce.
“Miodesopsie….uno dei pochi casi di grande discrepanza tra la percezione del sintomo, considerata spesso “grave “ dal paziente, e la valutazione clinico-medica ,considerata “banale” dal medico” questa bella sintesi, la cui paternità è del collega A. Pascotto, è stata ripresa dal dottor M. D’Amelio come spunto di riflessione sul percorso di incertezza e inquietudine che il paziente intraprende sia quando percepisce le miodesopsie occasionalmente sia quando acutamente e persistentemente queste disturbano la visione, come nel caso del distacco posteriore di vitreo; ne emerge un quadro di grande sofferenza psicologica legata sia al timore della perdita irreparabile della vista sia alla persistenza di una visione disturbata e/o invalidante sia alla rassegnata attesa di una possibile cura alter nativa a quella chirurgica, attualmente indicata per pochi casi selezionati; viene descritto un iter caratteristico e un diverso approccio con la vita, condizionato da forti limitazioni nelle attività personali che possono dar luogo a depressione oppure a forte insicurezza per un poco probabile ritorno alla normalità
la comprensione degli aspetti del ” fenomeno miodesopsie” nella vita di relazione del soggetto è stata affidata all’analisi psicologica della dott.ssa S.Cipolletta mediante un modello di lettura definito “dilatazione/costrizione del campo percettivo”; la dilatazione del campo percettivo condiziona la diversa percezione soggettiva delle opacità, (disturbanti in presenza di obiettività modesta o viceversa); mentre l’interazione di vari fattori come la personalità del soggetto, l’esperienza personale e le modalità di reazione e di contrasto al disagio condizionano la risultante costrizione percettiva e quindi le derivanti limitazioni relazionali vissute con diversa affettività e contenuto emozionale; sono stati tracciati alcuni profili emozionali e comportamentali in base alle risultanze delle analisi.
Il dottor M.Tavolato ha aperto la sessione dedicata all’aggiornamento delle conoscenze mediche con dei richiami di fisiopatologia del vitreo;molte le riflessioni suggerite come quelle sulla modalità di sviluppo vitreale condizionante la prevalente disposizione delle lacune degenerative; quelle sulla genesi del distacco posteriore basate sul meccanismo di slaminamento dell’addensamento fibrillare del guscio vitreale periferico; quelle sulla caratteristica insensibilità dell’acqua, trattenuta dalle molecole di acido ialuronico, a subire variazioni e infine quelle sulla ripristinata diffusibilità dell’ossigeno dopo intervento di vitrectomia, di recente acquisizione.
La relazione del dottor L. Caretti ha fotografato l’aumento dell’incidenza dei disturbi attribuiti alle miodesopsie negli ultimi anni; un aumento consistente, che sembra attestato nella misura del 10%; sono state analizzate le diverse associazioni di patologie e di opacità ed un elenco di recenti condizioni riscontrate in concomitanza con l’insorgenza acuta delle opacità segnalate dagli stessi pazienti tra le quali sembra spiccare una connessione con l’intervento di lasik nei soggetti giovani; attualmente non esistono studi clinici di rilievo in letteratura che documentino possibili cause dirimenti questa aumentata incidenza.
La chirurgia della cataratta è stata oggetto di rivisitazione dal dottor Galan; la sua relazione ha stimolato nuovi interrogativi su alcuni aspetti legati all’intervento di facoemulsione del cristallino; partendo dalla revisione della sua personale esperienza e dai pochi lavori sull’argomento ha quantizzato l’insorgenza di miodesopsie post chirurgica in un 30% dei casi; la probabile sottovalutazione del fenomeno è stata attribuita all’ètà dei pazienti,alla possibile preesistenza delle opacità o alla mancata percezione delle stesse per l’opacizzazione del cristallino; alcuni possibili aspetti quali la durata dell’infusione dei fluidi in camera anteriore; le variazioni di profondità della camera anteriore, indotte dai movimenti di pressione e suzione degli strumenti, ed il ruolo dell’infiammazione post-operatoria, sono stati ritenuti potenzialmente responsabili della destabilizzazione del gel vitreale.
Al dottor G.Lo Giudice è spettata la relazione di aggiornamento sulla terapia medica ed enzimatica; dopo aver richiamato la composizione molecolare e le proprietà strutturali del vitreo, ha esaminato le principali sostanze selezionate per una loro teorica specificità terapeutica ma ha dedicato la maggior parte della relazione al commento dei recenti progressi evidenziati dagli studi sulle anomalie di adesione dell’interfaccia vitreo retinica; è stata mostrata la documentazione OCT della corrispondenza anatomica dell’area di adesione focale con la sottostante area di vascolarizzazione anomala responsabile clinicamente della formazione dei fori retinici; l’interferenza meccanica con la diffusibilità dei farmaci; il ripristino dell’ossigenazione locale e del flusso molecolare a seguito del distacco di vitreo completo indotto dalla vitrectomia; su quest’ultimo aspetto è stato commentato uno studio clinico sull’uso della microplasmina ,giunto alla III fase come possibile opzione all’intervento chirurgico nel trattamento combinato delle patologie maculari da trazione vitreo retinica.
La terapia parachirurgica delle miodesopsie con yag laser è stato il tema svolto dal dott. A. Avarello che ha esordito con la constatazione che è il paziente a parlarne al medico e non viceversa mentre spesso gli oculisti la ignorano o la sconsigliano per l’inadeguatezza del rapporto rischi benefici; oltre all’aspetto tecnico legato alle apparecchiature, alla metodica e fenomeni fisici correlati, il dott. Avarello si è soffermato a illustrare la selezione dei pazienti e i risultati del trattamento in rapporto alla tipologia delle opacità, risultati più favorevoli per opacità fibrinose,sospese al centro dell’asse visivo e per quelle secondarie a distacco di vitreo e risultati molto variabili per opacità tipo snow balls o con lunghe appendici filiformi,per le quali risulterebbe più indicata la vitrectomia; una considerazione a parte è stata fatta sull’aumento della pressione intraoculare ritenuta complicanza più frequente rispetto ai paventati danni retinici; data la scarsa bibliografia esistente e basandosi sull’esperienza dei pochi pionieri in questo campo ci si augura una standardizzazione della procedura che sembra essere molto limitata attualmente.
Ultima relazione, in ordine cronologico ma non per importanza, quella illustrata dalla dott.ssa S.Beccarello sullo studio multicentrico che verrà avviato con l’istituzione dell’ambulatorio; è stato ripreso lo schema del questionario utilizzato per lo studio pilota ma ampliato e modificato con l’aggiunta di altri parametri di osservazione clinica specialistica e psicologica; lo studio è stato adattato informaticamente per un accesso on line al data base per permettere l’invio telematico delle informazioni.
I primari degli ospedali di Treviso, San Donà del Piave,Legnago,Rovereto,Bassano del Grappa i primari degli ospedali della provincia che hanno partecipato alla tavola rotonda, a turno, hanno dato vita ad un interessante confronto di opinioni, alimentate da testimonianze ed esperienze personali; molti gli aspetti focalizzati derivanti dalla quotidiana esperienza di sala operatoria; il dibattito si è concluso con la necessità di documentare con esami strumentali la presenza e la tipologia delle miodesopsie; valutare attentamente le strategie terapeutiche sia in soggetti con opacità e alterazioni vitreali concomitanti sia in soggetti con sole opacità, macula sana e ialoide adesa; possibilità della terapia chirurgica in casi selezionati e informati del rischio di complicanze anche in caso di chirurgia mini invasiva e minimale; unanime considerazione, allo stato attuale, che la terapia laser non possa rappresentare una opzione terapeutica per i limiti della procedura stessa.