Qualche riflessione
A questo punto, al di là di qualche spunto critico dello studente di Singapore e delle successive considerazioni fatte dal pubblico internauta all’indirizzo dei ricercatori del JSEI ,a mio parere, non del tutto giustificabili, in quanto entrambi non a conoscenza dei percorsi obbligati della comunità scientifica in tema di studi e ricerche, sorge spontanea una considerazione e cioè la petizione del giovane studente ha avuto il merito di attirare l’attenzione dei ricercatori , di un importante istituzione accademica, su un campo di indagine non proprio prioritario nello studio della patologia oculare, dando voce, dignità e visibilità ad una comunità di pazienti che vivevano rassegnati la loro condizione e che,hanno potuto intervenire così fattivamente nell’orientare o forse “ commissionare” la ricerca, giungendo ad un primo importante risultato, anche se passato inosservato proprio da quelle persone che tanta determinazione e aspettativa aveva generato.
Questo precedente potrebbe invece rappresentare il primo passo di questa “ neonata”comunità di pazienti, affetta sin dall’antichità dalle “muscae volitantes,”e che ,passivamente, aspettava, dalla scienza, una improvvisa risposta risolutrice, ora, alla stessa stregua di altre più blasonate associazioni,fondazioni e leghe contro altre più temibili o rare malattie, ci auguriamo che questa comunità sappia raccogliere il suggerimento dello studente e possa essere capace di organizzare le proprie risorse per supportare e finanziare una ricerca e una improcrastinabile esigenza di cura, in tutte le parti del mondo ove esiste una comunità scientifica debitamente motivata e dedicata.
Nel nostro piccolo cerchiamo di dare un piccolo contributo affinchè un giorno possiamo unirci al coro delle persone che potranno riassaporare la gioia di rivedere chiaro di nuovo il cielo azzurro, come dice il nostro studente di Singapore.