DESCRIZIONE DELL'INTERVENTO
La vitrectomia consiste nell'asportazione chirurgica di tutto o parte dell'umor vitreo. Questo intervento si avvale di sofisticatissimi strumenti della microchirurgia oculare e ha subito notevoli progressi nell'ultimo decennio.
Tali strumenti consistono in un dispositivo miniaturizzato, chiamato 'vitrectomo', che taglia e rimuove, aspirandolo, il vitreo, di un illuminatore in fibra ottica e di una linea di infusione che trasporta una soluzione fisiologica salina, necessaria a sostituire il vitreo mano a mano che questo viene rimosso. Questi tre strumenti sono inseriti nell'occhio mediante piccole incisioni che vengono fatte nell'esterno del bulbo oculare, in una zona chiamata 'pars-plana'.
L'intervento procede mediante l'uso di un particolare microscopio operatorio che consente al chirurgo, in unione all'illuminatore interno, di avere una visione ingrandita del complesso vitreo-retina. In questo modo egli riesce, con grande precisione, a rimuovere il vitreo ed eventualmente anche piccoli frammenti di membrane presenti sulla superficie retinica.
Tale intervento ha durata variabile, a seconda della particolare patologia che lo richiede, della condizione complessiva del paziente e delle tecniche chirurgiche praticate: si va da 15-20 minuti delle vitrectomie 'semplici' a molte ore nei casi piu' complessi.
Terminato l'intervento, dopo un breve periodo di tempo, la soluzione fisiologica viene sostituita con l'umore acqueo, in modo naturale, dall'occhio stesso. L'umore acqueo, a contrario dell'umor vitreo, viene continuamente prodotto dai corpi cigliati e quindi non consente piu' la formazione di opacita' vitreali.
L'intervento viene solitamente praticato in anestesia generale, con degenza che, salvo complicazioni, e' di tre giorni; si sta comunque diffondendo anche la pratica di operare in day-hospital, senza ricovero ed in anestesia locale (pratica molto diffusa oltre-oceano).
Nel periodo successivo all'intervento stesso, il paziente deve seguire dei particolari accorgimenti, fra i quali, l'instillazione di particolari colliri, seguire certe posture per il sonno, evitare gli sforzi e i traumi.
Nel giro di qualche mese, salvo complicazioni, l'occhio riacquista gradualmente acuità visiva, talvolta riducendo perfino il grado di miopia (anche grazie all'ottica pressoche' perfetta dell'umor acqueo).
Molto spesso tale intervento richiede l'utilizzo contemporaneo di speciali tecniche, mirate a risolvere eventuali patologie sottostanti o a gestire le complicazioni che si possono presentare:
1) Endofotocoagulazione: una sorgente luminosa in fibra ottica consente la distribuzione di un fascio di luce laser focalizzato con precisione sulla superficie retinica. Questo laser consente si saldare eventuali fori retinici, trattare proliferazioni anormali di vasi sanguigni e fermare emorraggie. Questo tipo di tecnica e' particolarmente utile per trattare le complicazioni oculari dei pazienti diabetici.
2) Iniezione di aria e/o di gas: spesso si rende necessaria questa tecnica, nei casi piu' comuni di distacco retinico o di fori retinici. L'aria o il gas permettono di chiudere questi fori retinici e di sostenere la retina riattaccata al proprio posto. Tale gas, dopo un periodo di tempo variabile, si riassorbe e viene rimpiazzato dai normali fluidi dell'occhio, che attuano la stessa funzione del vitreo che e' stato rimosso.
In questi casi, la degenza post-operatoria puo' essere piu' complicata, richiedendo posture molto scomode (postura supina), che si possono protrarre per settimane.
3) Iniezione di olio di silicone: sebbene la maggior parte dei distacchi retinici possano essere corretti con le tecniche fin qui viste, in alcuni casi si rende necessario sostenere la retina riattaccata mediante olio di silicone. Quest'ultima e' una sostanza inerte che e' piu' efficace dell'aria o del gas nel sostenere la retina. Talvolta puo' stazionare nell'occhio per anni, anche se molti chirurghi preferiscono asportarla dopo alcuni mesi in quanto puo' dare origine a tutta una serie di complicazioni, quali l'offuscamento corneale e il glaucoma.
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