RISCHI
Stando a quanto descritto, sembrerebbe che la vitrectomia rappresenti la soluzione al nostro problema: una volta individuato un bravo chirurgo vitreo-retinico e valutato l'aspetto psicologico dell'intervento, non ci sarebbe un minuto da perdere!
MA...
Questo intervento non e' scevro di complicazioni, alcune anche molto gravi. Di seguito riportiamo una stima, anche abbastanza pessimistica, di tutte le possibili complicazioni, considerando pero' che nella quasi totalità dei casi tale intervento viene effettuato su pazienti anziani e, comunque, per patologie ben piu' gravi (in termini assoluti) della nostra e quindi tale elenco e' da prendersi con beneficio d'inventario:
1) 3-5% distacco di retina, che si presenta durante l'intervento. Questa complicazione risulta curabile nel 90% dei casi, ma non si può dire con certezza come rimanga la retina dopo esser stata riattaccata. Infatti potrebbero rimanere delle cicatrici, visibili come scotomi fissi nel campo visivo.
Questa complicazione rappresenta il rischio principale dell'intervento di vitrectomia, ma come si apprende dalla letteratura medica anche se negli ultimi anni tale percentuale e' stata drasticamente ridotta e rende praticabile l'intervento anche su casi prima impensabili, in termini di rapporto costi-benefici.
In particolare, si stima che per le vitrectomie solo per le opacità vitreali, eseguite su un occhio altrimenti 'sano', la reale percentuale di rischio si aggiri attorno all'1%.
Inoltre non e' chiaro se possano presentarsi piu' facilmente recidive di distacco nei mesi seguenti all'intervento: ci sono dei medici che sostengono che fino a sei mesi dopo l'intervento il rischio rimane comunque elevato. Bisogna poi considerare che spesso un fattore di rischio per distacco retinico e' la presenza di una miopia elevata, diciamo sopra alle cinque diottrie, e che quindi in tali casi e' da valutare ulteriormente la condizione.
2) Infezione: 1 caso su 300 circa , curabile nel 50% dei casi, se non viene curata comporta la perdita dell'occhio.
In questa complicazione, l'occhio, per un meccanismo ancora poco chiaro, si infetta e nella metà dei casi non reagisce adeguatamente alle cure mediante antibiotici del regime post-operatorio
3) Proliferazioni sub-retiniche: quando vengono inseriti gli strumenti per l'intervento, alcuni frammenti finiscono sulla retina e danno origine a proliferazione di tessuto e di vasi sanguigni, che possono portare al sollevamento della retina e al conseguente distacco.
4) Cataratta.
E' il rischio piu' noto: la vitrectomia e' l'intervento catarattogeno per eccellenza, ovvero predispone 'sicuramente' allo sviluppo precoce di cataratta nell'occhio operato.
Su questa cosa pero' ci sono pareri discordanti da parte di alcuni medici che dicono che il rischio e' proporzionale all'eta', ovvero che nel range 30-50 anni il rischio e' abbastanza basso (10-30% circa), mentre poi guizza al 100%. Questi chirurghi sostengono che spesso la 'certezza' di cataratta e' dovuta alla presenza di un nucleo di cataratta in fase di formazione, non osservabile prima dell'intervento, e che le modificazioni che conseguono alla rimozione del vitreo non facciano altro che accelerare tale sviluppo.
Per altri dottori, la quasi totalita' per la verita', il rischio si aggira comunque attorno al 100% anche per i giovani. Infatti la quasi totalità dei chirurghi sostiene che, per un meccanismo ancora non ben compreso, la microvariazione climatica che consegue alla rimozione del vitreo provochi un trauma per il cristallino che, assolutamente delicato, inizia a sviluppare una cataratta nucleare.
Dunque, il motivo per cui l'intervento abbia anche questo rischio non e' ben noto ai ricercatori e non si capisce bene se sia un problema intrinseco dell'intervento, oppure una questione tecnica (che quindi potrebbe essere risolta). Sta di fatto che, accettando questo rischio, che in questi termini sembra piu' una 'certezza', il paziente si predispone sicuramente ad un ulteriore intervento chirurgico, senz'altro piu' semplice, ma che comunque presenta dei rischi da non trascurare affatto, accresciuti dalla mancanza del vitreo, che normalmente sostiene la capsula contenente il cristallino.
Poi, si presenta un'altra questione, di natura funzionale: il cristallino monofocale che sostituisce il cristallino naturale non consente di mettere a fuoco da vicino e quindi fa diventare presbiti; questa cosa non e' un problema se si hanno gia' 45-50 anni, in quanto il cristallino naturale ha gia' perso la sua naturale elasticita', ma in un giovane potrebbe essere realmente problematico, considerando pure la difficolta' nella fusione tra l'occhio non operato e quello con il cristallino artificiale.
Dopo quanto viene questa cataratta? Non e' facile dirlo: ad alcuni e' venuta dopo 6 mesi, ad altri dopo 2 anni, altri ancora sono a 5-6 anni dall'intervento e non hanno ancora niente. Nei pazienti anziani, addirittura, il cristallino viene rimosso e sostituito durante la vitrectomia.
5) 'il resto della mia vita senza vitreo'.
Ecco, a questo punto non e' chiaro se il fatto di non avere piu' il vitreo al suo posto sia un problema o meno, ovvero non e' ben compresa la funzione del vitreo nell'individuo adulto: se avesse una funzione dovrebbe servire ad attutire certi traumi e/o a rinsaldare certi microdistacchi di retina o fori retinici che se non ci fosse il vitreo potrebbero degenerare in pochi secondi. Alla luce di questo dubbio non e' chiaro se il resto della vita che si passa 'senza vitreo' non renda piu' soggetti a distacchi di retina improvvisi e irriparabili e quindi ad una vita di attenzioni e preoccupazioni.
Per questo motivo, la ricerca medica sta studiando dei particolari materiali sostitutivi del vitreo, che si comportino ai fini ottici ma anche meccanici come il vitreo rimosso, ma l'utilizzo clinico di tali scoperte sembra sia ancora di la' da venire.
Poi esistono dei rischi senz'altro meno frequenti, ma che e' giusto citare per dovere di completezza:
6) Sanguinamenti:
l'interno dell'occhio puo' sanguinare e cio' comporta l'annebbiamento dell'umor acqueo che e' andato a sostituire il vitreo. Pero' questo sangue si dovrebbe riassorbire dopo un po'.
7) Glaucoma:
se la vitrectomia non viene fatta bene, ovvero non viene mantenuta la corretta pressione intra-oculare durante l'intervento, si puo' successivamente sviluppare il glaucoma.
8) Allergia al verde di indocianina: questa e' una sostanza di contrasto, nota anche come ICG, che serve talvolta al chirurgo per vedere bene i contorni del vitreo che sta rimuovendo. E' molto raro, ma c'e' stata della gente che e' rimasta cieca da una reazione allergica a tale sostanza. E' comunque possibile richiedere al chirurgo di non adoperare questa sostanza di contrasto, il cui utilizzo e' assolutamente facoltativo, onde evitare tale rischio.
9) Retino-tossicita' della luce di illuminazione: come per l'ICG. In questo caso pero' il rischio e' direttamente proporzionale alla durata dell'intervento. Nel caso di vitrectomie 'semplici', ovvero solo per opacità vitreali, tale intervento può durare anche 15-20 minuti e il problema è senz'altro ridotto.
10) Vitreo che rimane dopo l'intervento: ovviamente il chirurgo non rimuove tutto il vitreo, per non danneggiare la retina e il cristallino, pero' questo vitreo che rimane potrebbe non solo essere sede di nuovi floaters, ma anche staccarsi e galleggiare nell'acqueo, che ora sostituisce il vitreo rimosso. Figuratevi, un floater gigante!
Inoltre, questo vitreo che rimane, soprattutto negli individui giovani, che non hanno ancora avuto un distacco vitreale posteriore, puo' provocare delle trazioni alla retina che causano i famosi e fastidiosi 'flash', del tipo di quelli che certe volte vediamo quando giriamo gli occhi di scatto al buio.
Ovviamente questa lista non puo' che risultare incompleta e parziale, auspichiamo solo che aiuti ad avere un quadro piu' completo degli inconvenienti che si possono presentare. Pensiamo che il 'consenso informato' che viene fatto firmare dai medici prima degli interventi chirurgici meriti approfondimenti e discussioni mirate a valutare i rischi soggettivi nel modo piu' completo possibile. Ricordiamo, inoltre
che la probabilità di incorrere in una o piu' di queste complicazioni e' strettamente legata ad eventuali patologie sottostanti e alla condizione globale dell'occhio che subisce l'intervento, nonche' all'eta' e ad altri fattori generali, per cui 'dovrebbe' essere comunque una stima eccessivamente pessimistica per il caso di vitrectomia 'semplice' (o, all'inglese, FOV 'Floaters Only Vitrectomy'), ma e' molto difficile separare i dati in quanto tali vitrectomie sono ancora molto rare e studi precisi sulle statistiche non sono ancora stati pubblicati.
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Le informazioni riportate in questo articolo non vogliono assolutamente sostituire il supporto professionale di un medico.